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Disturbi Alimentari
1Anoressia

Disturbo del comportamento alimentare per il quale ci si vede sempre grassi anche quando non lo si è; questa alterata percezione corporea induce una progressiva riduzione dell’alimentazione tramite il rifiuto del cibo. Nelle ragazze i segni tipici sono: interruzione delle mestruazioni, vomito autoindotto e perdita di peso superiore al 15% del totale del peso corporeo nell’ultimo anno. Cardine è la mancata accettazione, che lascia il posto a critiche, aspettative e richieste. La famiglia è il luogo primario in cui tale bisogno d’accettazione e riconoscimento deve avvenire. Quando non è soddisfatto, le ragazze ricercano una propria identità attraverso comportamenti che possono regredire a fasi più infantili dello sviluppo. Viene ricercata un’indipendenza,rifiutando quel cibo simbolo di un amore materno controverso. Si cerca un’identità estetica in una magrezza socialmente accettata e, anzi, stimolata dai media. E la trova nei rituali, come pesare gli alimenti o autoindursi il vomito, nell’attività fisica continua per la quale si sottopone a ore e ore di sport, facendo qualsiasi azione pur di bruciare energia;nell’iperattività mentale, che si traduce spesso in una carriera universitaria con voti altissimi o con un’efficienza esagerata sul lavoro. L’iperattività serve inoltre a coprire ogni spazio vuoto della giornata che è intollerabile. Vuoto che ricorda il bisogno di essere amati. Oggi questo disturbo è la soluzione che più facilmente si innesca nelle ragazze di fronte allo smarrimento esistenziale e uno dei principali canali espressivi dei problemi della gioventù contemporanea. E’ a rischio ogni adolescente o tardo-adolescente con un assetto familiare in cui vi è possibilità di punti di riferimento e allo stesso tempo non ne vengono trovati di validi al di fuori.

E’ molto importante cercare una propria autonomia in modo sano e adulto. Lasciarsi aiutare in un approccio integrato da psicoterapeuta, nutrizionista e liddove fosse necessario psichiatra. 

2Bulimia

Disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dall’ingestione rapida e ripetuta di notevoli quantità di cibo (abbuffata) seguita dal tentativo, spesso riuscito, di liberarsi dal cibo introdotto attraverso vomito autoprovocato o con lassativi. L’abbuffata è tipicamente accompagnata da una sensazione di perdita di controllo, a volte in assenza di vero appetito e di stimoli di sazietà, fino al punto di avvertire dolore gastrico. Insorge soprattutti in giovani donne, molto preoccupate della loro forma fisica e del peso corporeo. Può manifestarsi anche in alternanza con l’anoressia. Chi soffre di bulimia ha uno schema di rapporti familiare simile o identico a quello delle regazze anoressiche; in questo caso però, la negazione del cibo, simbolo di una materia/amore intimamente riufiutata, perchè derivante da una figura materna controversa, fa scattare il suo opposto: una voracità illimitata.  La voracità si manifesta con abbuffate incontenibili,durante le quali si può provare:

-soddisfazione e appagamento immediati, ma brevissimi, in cui per un attimo vive la bellezza dell’amore o della pienezza affettiva;

-la distruzione di tutto ciò che è commestibile e quindi, per similitudine, di ogni possibile oggetto d’amore.

Ma subito scatta la colpa per l’aver distrutto e per essere grassa, così ecco il dirompente rifiuto di quanto è stato appena portato dentro; il vomito offre un provvisorio ma appagante senso di puliziainteriore, di autonomia, di vendetta e anche di identità, intesa come delimitazione di sè dal mondo. Tale schema viene portato con piena analogia anche nei rapporti personali quanto più sono affettivamente importanti.

Un supporto terapeutico costante è imprescindibile. 

3 Obesità

Aumento eccessivo del peso corporeo dovuto all’accumulo di grasso. Oltre che da vari disturbi organici, l’obesità può essere favorita da diverse forme di disagio psichico come la bulimia, l’ansia, la depressione, ecc.  Il forte sovrappeso potrebbe far fronte a eventuali momenti di vuoto affettivo o esistenziale. L’adipe diventa uno scudo, una corazza psicologica di fronte a cui “rimbalzano” gli eventi negativi. La familiarità è un aspetto importante in molti casi, tuttavia è da intendere non solo in senso di predisposizione genetica, ma anche di un modo di nutrirsi e di vivere le emozioni. Quelle delle persone obese sono famiglie nelle quali la maggior quota di comunicazione affettiva passa attraverso il cibo.

E’ certamente indispensabile escludere cause organiche e/o metaboliche dell’obesità, così come è fondamentale occuparsi dell’aspetto dietetico con la consulenza di un esperto. Liddove il cibo funge da compensatore, bisogna fare il possibile affinchè la propria vita si sviluppi e si orienti a sostituire il cibo con il divertimento, il piacere e una realizzazione di se stessi sempre più completa. Più chemascherare quelle emozioni che fanno male sdrammatizzando e mangiando, sarebbe opportuno incontrarle. Solo prendendone atto potrà uscirne, evitando al cibo di dover fare sempre da tappabuchi.  

 

 

 

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