Disturbi d’Ansia
1Ansia
Chi almeno una volta nella vita non ha provato, nel momento di prendere decisione o nell’attesa di un evento cruciale, questa sensazione di smarrimento? A volte arriva all’improvviso, altre lentamente, impossessandosi piano piano di noi. Non sempre però è un sintomo patologico: essa è una sensazione che accompagna la vita di tutti gli uomini. Chi non ha avuto ansia per un’esame o per un’incontro importante (Il primo appuntamento, il giorno del matrimonio o la nascita di un figlio…. ). Esiste un’ansia naturale, normale, ed un’ansia patologica.
La prima è una sensazione correlata alla vita, e la sua totale assenza ci deve far preoccupare. L’ansia ha una funziona positiva, perchè crea motivazione, ci spinge ad impegnarci e a far meglio. Quando non supera certi livelli serve a mobilitare le nostre risorse personali, ci aiuta ad affrontare eventi e situazioni difficili in modo più efficace.
L’ansia diventa patologica invece quando raggiunge un’intensità ed una frequenza tali da causare disagi e sofferenze che arrivano a disturbare lo svolgimento armonico della vita. Non si tratta delle solite preoccupazioni , ma di qualcosa che ci domina, che è più forte di noi e che condiziona fortemente i nostri comportamenti. Essa è espressione di un conflitto interno che è importante indagare per rielaborarlo. E’ una forma di paura, un campanello d’allarme che ci avverte che qualcosa deve cambiare. La sua principale caratteristica è un intenso disagio psichico, causato dalla sensazione di non essere in grado di fronteggiare gli eventi futuri con sintomi psichici che comprendono tensione muscolare, sudore alle mani, nausea, blocco allo stomaco, difficoltà respiratorie, debolezza e tachicardia. Il risultato è una vera e propria sofferenza , che incombe sul soggetto come una minaccia e in diverse forme (fobie, attaccho di panico, ansia da esame, da separazione…)
E’ un sintomo, e in quanto tale vuole comunicarci qualcosa, Ma cosa?
Chiedere aiuto ad uno psicologo significa lasciarsi aiutare a comprendere, ascoltare e dare voce a paure, conflitti, e sofferenze interni che da soli non riusciremmo a fare.
2Panico
Intensa manifestazione ansiosa caratterizzata da episodi della durata di 15-30 minuti di estrema apprensione e forte disagio per paure irrazionali. I sintomi sono:
-Senso di soffocamento e di costrizione al petto
-Palpitazioni
-Sudorazione
-Tremori
-Brividi o vampate di calore
-Formicolio agli arti
-Senso di insabilità e timore di svenire
-Paura di perdere il controllo o di impazzire
A volte gli attacchi sono associati a situazioni specifiche a cui la persona deve sottoporsi (luoghi chiusi, incontri pubblici, visite mediche), altre volte non si riscontrano cause apparenti, anche se un’indagine accurata evidenzia un forte stress o trauma nei mesi precedenti l’insorgenza (per esempio, un lutto o un incidente). Diventa Disturbo da attacco di panico quando dopo qualche crisi la paura di averne altre modifica significativamente la qualità della vita. Il panico può associarsi all’agorafobia, cioè alla paura di stare male in situazioni a cui è difficile sottrarsi, come per esempio i luoghi affollati. Chi ne soffre, se non si cura, evita progressivamente i contesti e le azioni che sente più rischiosi.
Poichè l’attacco di panico è caratterizzato da un sentimento di estrema paura, viene da pensare che esso rappresenti innanzitutto un’abnorme reazione di allarme, un’ansia spinta al massimo della sua intensità e concentrata in un tempo ristretto. E in effetti è cosi: il panico segnala che qualcosa di molto importante non va nella vita della persona, e che tale situazione può diventare pericolosa per la salute psichica e/o fisica se non viene riconosciuta, affrontata e risolta in breve tempo. A volte si conosce il problema che è alla radice ma vi si resiste senza cambiare nulla, il modo di essere, lo stile di vita, l’identità. A volte si arriva anche a recitare ruoli e personaggi che non appartengono. Ci si ostina a soffocare la propria vera natura.
Consulto specialistico e supporto psicologico sono strumenti quasi sempre fondamentali per curare questo disturbo.
Quando insorge una crisi è fondamentale non opporsi, ma mettersi nelle condizioni migliori per permettere la sua manifestazione nel modo più naturale e breve possibile. Per fare ciò è necessario togliersi momentaneamente dal contesto nel quale ci si trova non appena si sente arrivare la crisi e mettersi in una posizione comoda e lasciarlo arrivare ricordando che non può farci del male e che in genere scompare dopo alcuni minuti. Provate a chiudere gli occhi e ad inspirare ed espirare col naso, e con la parte diaframmatica (immaginate di gonfiare un palloncino presente nella vostra pancia).
Cosa di voi state ignorando? State davvero esprimendo voi stessi?
3Fobia
Paura abnorme, irrazionale e incontrollabile di oggetti o situazioni che in se stessi costituiscono un pericolo modesto o nullo. La persona fobica è consapevole dell’irrazionalità della fobia ma non riesce a dominarla. Si distingue in varie forme: agorafobia (paura degli spazi aperti e affollati), claustrofobia (paura degli spazi chiusi), zoofobia (paura di animali o insetti).
Una fobia esprime un’ansia intensa che riguarda aspetti o ambiti ben precisi del vivere e/o della realtà esterna. La fobia amplia e assolutizza un ambito traumatico: per esempio un grande spavento vissuto da piccoli per l’aggressività di un cane diventa la paura verso tutti i cani; oppure un ambito problematico: scarsa autostima e non accettazione di sè,diventano la paura di parlare in pubblico. Poichè tali meccanismi sono inconsci e i simboli che racchiudono non vengono compresi da chi li vive, le fobie in genere non guariscono da sole. Anzi, lasciate a se stesse “vanno alla deriva”, allontanandosi sempre più dal loro senso originario.
Bisogna fare il possibile affinchè la fobia non diventi uno stile di vita, un modo stabile di affrontare la realtà.
Occorre rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Attenzione all’uso inappropriato di ansiolitici: possono cronicizzare la fobia, aumentando il senso di insicurezza.
4Stress
Stato di maggiore attivazione dell’organismo rispetto alla norma, come risposta di adattamento a situazioni e contesti percepiti come problematici o pericolosi. Lo stress può essere acuto o cronico, e il suo perdurare nel tempo può portare a sintomi psicofisici e predisporre all’insorgenza di alcune malattie, tra cui in particolare quelle gastroenteriche e cardiovascolari.
Lo stress è innanzitutto simbolo di uno stato di allerta; la persona sente la presenza di pericoli – reali o immaginari, ma vissuti soggettivamente sempre come reali- che mettono a rischio non tanto l’incolumità fisica personale o quella dei propri cari, quanto il suo equilibrio psicoemotivo. Se, infatti, esiste uno stress naturale causato dalla minaccia, per esempio, di una grave malattia, la maggior parte delle fonti di stress “patologico” sono:
-la paura del giudizio
-il timore di non farcela e che le cose vadano male
-la paura degli imprevisti, che aumenta il già presente bisogno di ipercontrollo.
-il fantasma di un disastro economico, di una separazione, di una perdita.
Lo stress può diventare un’abitudine, uno stile di vita (il cosiddetto stress cronico) al punto che sia il corpo che la mente a volte lo preferiscono rispetto alla possibilità di rilassarsi. Esso può esprimersi attraverso sintomi psichici come ansia, attacchi di panico, tic, ossessioni ; oppure fisici come tensione muscolare, cefalea, gastrite, ipertensione, colite, dermatite, tachicardia, stanchezza cronica.
Le sorgenti di stress sono così numerose e variegate da richiedere soluzioni specifiche. Tuttavia un primo e valido aiuto, in tutte le circostanze, può venire dalla capacità di riconoscere che si è stressati. In una vita frenetica come quella odierna non siamo abituati ad ascoltarci e , spesso, dobbiamo aspettare sintomi talvolta anche seri, per cominciare a pensare un pò di più a noi.
Mi sento in forza?
Ho pensieri ottimistici e creativi?
Ho dei sintomi tra quelli descritti da alcune settimane?
Rilassarsi, potrebbe aiutare a focalizzare la situazione e iniziare un percorso utile a uscire dallo stress.
5Insonnia
Disturbo del riposo notturno che può riguardare sia la qualità che la quantità del sonno. Le ore di sonno necessarie variano tra le 6 e le 8. I principali tipi di insonnia, che possono anche presentarsi nello stesso periodo, sono: difficoltà di addormentamento, risvegli notturni frequenti ma brevi, uno o più risvegli prolungati, risveglio mattutino precoce. Ognuno di questi può essere transitorio (cioè della durata di qualche giorno), a breve termine (2-3 settimane), oppure cronico (un mese o più). Le cause sono soprattutto psicologiche, ma non vanno trascurati i casi dovuti a patologie organiche, per esempio, ipertiroidismo e disturbi digestivi.
Parlare con il medico è importante per verificare che non siano patologie organiche a causare l’insonnia, in caso contrario un consulto psicologico potrebbe essere opportuno. Per chi fa fatica ad addormentarsi , è determinante ricontattare il corpo e allentare il controllo razionale attraverso tecniche meditative e di rilassamento corporeo (massaggi, yoga).
Articoli correlati