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L’idealizzazione dei genitori in adolescenza: un ostacolo alla crescita.

L’adolescenza è quel tratto dell’età evolutiva caratterizzato dal passaggio dall’età infantile all’età adulta che espone l’individuo al duplice processo di separazione e di crescita. Tale passaggio è caratterizzato da numerosi cambiamenti a livello fisico, psicologico e cognitivo che portano il ragazzo a scontrarsi con la curiosità, e allo stesso tempo l’angoscia, verso esperienze nuove e a volte contraddittorie.

Caratteristica dell’età infantile è l’idealizzazione dei genitori. Il bambino per poter acquisire fiducia nei suoi genitori prima, e in lui dopo, e poter esplorare il mondo con fiducia, deve potersi sentire protetto e al sicuro nel mondo, dai suoi genitori, visti come degli “eroi”.

Durante l’adolescenza tale visione Ideale però deve essere “distrutta” per poter trovare la propria individualità ed il proprio posto nel mondo.

Cosa s’intende per idealizzazione?

Idealizzare significa esagerare le virtù di un’altra persona, sminuendo le nostre qualità per vedere riflesso nell’altro il valore della perfezione.

Idealizzare  i propri genitori, vederli solo come degli Dei sul Monte Olimpo, riconoscere solo il loro essere perfetti, genera nel figlio l’idea di individuo imperfetto, incapace, sbagliato (perché non sono come loro che sono perfetti) rendendoli irraggiungibili e portando così i figli a condurre una vita in devozione dei loro stessi genitori incapaci di potersene separare.

Nel processo di separazione e individuazione è fondamentale per ognuno di noi, sentirsi riconosciuti, apprezzati, amati, valorizzati per quello che si è. Qualora questi sentimenti vengono a mancare si crea in noi un modello di imperfezione, di incapacità, di non amore che però abbiamo bisogno di confermare. Ma come? Reggendo il gioco dell’idealizzazione. Forse sarà quello l’unico modo per sentirsi amato? Essendo devoto ai miei genitori?

Il figlio, per poter scoprire e sperimentare la sua individualità e quindi diventare adulto, deve potersi avvicinare ai suoi adulti di riferimento, i suoi genitori, e vedere loro in quanto esseri umani, con pregi e difetti, imperfetti e capaci di sbagliare.

Se l’adolescente, e l’adulto poi, si aggrappa all’idealizzazione del proprio genitore avrà difficoltà a progredire e crescere. Resterà sempre emotivamente bambino per poter far coesistere i suoi genitori come perfetti eroi sviluppando una dipendenza sul piano dell’autostima e dell’approvazione degli adulti che sono in posizione di autorità.

Un adulto imprigionato nell’idealizzazione genitoriale potrà mai incontrare un compagno all’altezza di tale perfezione?

Qual è il ruolo del genitore in questo processo?

Il ruolo del genitore in questa idealizzazione è centrale. Spesso i genitori pongono il comportamento adulto come l’unico modello adulto possibile svalutando così le scelte e le possibilità differenti dei figli, trasmettendo così al bambino prima ed al ragazzo poi che il suo modo di fare, essere e pensare non è abbastanza e non potrà mai raggiungere quello dei genitori. Questo accade perché per il genitore, accettare le proprie imperfezioni, accettare un punto di vista differente e mettersi in discussione, crea molta angoscia.

Avete mai concesso ai vostri figli  la libertà di contraddire il vostro pensiero o una vostra scelta?

E voi figli, vi siete mai concessi la libertà di contraddire il pensiero o una scelta dei vostri genitori?

Voi genitori, vi siete solo limitati a proporre le vostre scelte, i vostri gusti, i vostri stili? Avete mai osservato ed accettato quelle dei vostri figli?

E voi figli, vi siete limitati ad “assecondare” le scelte, i gusti, le preferenze dei vostri genitori o avete esplorato anche dentro di voi?

Un adolescente che non arriva a de-idealizzare i genitori non può proseguire nel suo sviluppo in maniera armoniosa generando poi sintomi psicologici come segnali di tale processo interrotto.

Avviarsi verso tale processo renderà la crescita del ragazzo ed anche del genitore più armoniosa e meno conflittuale.

 

Dott.ssa Dominique D’Ambrosi

 

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